Papa Francesco scrive a Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei per l’importante anniversario
E’ indirizzato a Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei, il Messaggio di Papa Francesco in occasione del 150° Anniversario dell’arrivo nella città campana, del quadro della Vergine del Rosario. Sono parole affettuose, calde, e colme di emozione quelle che il Pontefice riserva per questa importante occasione: “Sono lieto di unirmi spiritualmente a quanti celebreranno la significativa ricorrenza e sosteranno in orante raccoglimento presso il tempio mariano pompeiano, per trovare conforto e speranza nel volto dolcissimo della Madre celeste”.
Il Messaggio poi prosegue con il segnare le tappe storiche più importante della famosa effigie mariana. Papa Francesco ricorda, ovviamente, “l’avvocato Bartolo Longo, Fondatore del Santuario” che “aveva ritrovato la fede, smarrita durante gli anni dei suoi studi universitari. Una voce udita nel profondo dell’animo fu come un lampo nella notte, sottraendolo ad un’aspra lotta, e facendo risuonare con nuova forza nel suo cuore un detto legato alla tradizione devota del Rosario: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario». Quel motto, a lui ben noto, assumeva ora nel suo animo, come spesso accade nelle esperienze mistiche, il senso di una promessa e, in qualche modo, di un mandato”.
Da questo episodio, Longo, infatti diverrà “un apostolo del Rosarioe, con innumerevoli iniziative e scritti, e soprattutto con i suoi «Quindici Sabati», fu uno dei più grandi interpreti di questa devozione mariana”. Fa riferimento poi ai suoi predecessori come Papa Leone XIII e Giovanni Paolo II. Per Papa Francesco diviene “provvidenziale che il giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno Giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza, e con il XVII centenario del Concilio di Nicea (325), che al mistero divino-umano di Cristo, nella luce della Trinità, diede particolare risalto”.
Il Santo Rosario, preghiera tanto quanto antica così sempre attuale perché “di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi. Il Rosario è, altresì, fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti, «catena dolce che ci rannoda a Dio», ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati”.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su ACI Stampa.