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Inglesi e cattolici? Ma anche americani, canadesi ed australiani e giapponesi negli ordinariati degli ex anglicani

Una celebrazione nella chiesa di Our Lady of the Assumption and St Gregory a Londra | | www.ordinariate.org.uk

A quindici anni dalla promulgazione della Anglicanorum coetibus

Che la Chiesa in Gran Bretagna sia profondamente inglese non è una grande sorpresa. Lo è di più se si pensa che la Anglicanorum coetibus, la Costituzione apostolica che regolamenta la entrata in piena comunione con Roma degli anglicani che ne abbiano voglia, è ormai un punto di discrimine per la buona fede ecumenica degli inglesi. La questione in fondo è quella del primato petrino.

Insomma la autonomia da Roma, vero motivo del resto dello scisma anglicano e dello scontento di molti cattolici inglesi. Ma di fatto nel tempo, e a 15 anni dalla pubblicazione della Costituzione è sempre più chiaro, è stato sempre più evidente che il problema non era neanche più Roma, quanto la stessa Chiesa Anglicana che diventa sempre più “protestante” con la scelta del sacerdozio e dell’episcopato femminile, della benedizione delle coppie omosessuali. Ma non solo. Alcuni si sono sentiti a disagio per un atteggiamento che si allontana da quelli che John Goddard, ex vescovo anglicano di Burnley, oggi prete cattolico, ha definito tre pilastri della cattolicità ragione, Scrittura e tradizione.

Da parte loro molti anglicani gioiscono per la uscita degli “anglo-cattolici” dalle loro comunità. Il clero “tradizionalista” anglicano aveva chiesto di non avere vescovi donne come loro superiori. Il rifiuto del Comitato ha scatenato l’ira degli anglo-cattolici. Per loro così l’unione con Roma è diventata l’unica strada possibile. 

Eppure in Inghilterra coloro che hanno bussato alla porta di Roma lo hanno fatto con il timore di perdere la loro autonomia e peculiarità. L’ Ordinariato ha permesso invece proprio di conservare una identità culturale.

Se si ripercorre la storia dello Scisma di Enrico VIII c’è da ricordare che molti ordini religiosi hanno deciso all’ inizio del 1900 di tornare ad aprire conventi ed università in Gran Bretagna per recuperare secoli di abbandono forzato. Come i domenicani, i Blackfriars, che ad Oxford hanno una Hall dove si studia teologia cattolica, ma soprattutto dove conferenze e lezioni aprono le porte verso Roma.

Oggi, secondo l’ Annuario Pontificio, ci sono tre ordinariati considerati personali secondo la Anglicanorum coetibus: quello di Nostra Signora di Walsingham, nato nel 2011 che si occupa dell’ Inghilterra, poco meno di 2000 cattolici di cui 90 sacerdoti, C’è poi quello chiamato della Cattedra di San Pietro, nato nel 2012 per Stati Uniti e Canada e Giappone, con più di 12 mila cattolici circa 80 sacerdoti e alcuni seminaristi, e infine quello di Nostra Signora della Croce del Sud, sempre del 2012 che riguarda l’ Australia, 1200 cattolici, 17 sacerdoti e alcuni seminaristi.

Va ricordato che è il Dicastero per la Dottrina della Fede che si occupa di questi Ordinariati, tanto che è stato il cardinale Fernandez ad ordinare vescovo David Waller lo scorso giugno, l’attuale Ordinario.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su ACI Stampa.

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Angela Ambrogetti

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