Nell’Udienza Generale di questo mercoledì, Papa Francesco ha ricordato che “Dio è più grande del nostro peccato” e ci perdona sempre. Perciò, a coloro che hanno paura per le cose che hanno fatto, che non trovano la pace o temono di essere rimproverati da Dio, ha consigliato di mettersi in preghiera e invocare lo Spirito Santo.
“Mettiti in preghiera, chiama lo Spirito Santo e Lui ti insegnerà come chiedere perdono. E sapete una cosa? Dio non sa molta grammatica e quando noi chiediamo perdono, non ci lascia finire! “Per…” e lì, non ci lascia finire la parola perdono. Ci perdona prima, ci perdona sempre, è sempre accanto a noi per perdonarci, prima che noi finiamo la parola “perdono”. Diciamo “per…” e il Padre ci perdona sempre”, ha affermato.
Rivolgendosi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro in Vaticano, il Pontefice ha sottolineato che lo Spirito Santo si rivela come “Paraclito”, ovvero “non ci accusa davanti al Padre, ma ci difende. Sì, ci difende, ci convince del fatto che siamo peccatori (cfr Gv 16,8), ma lo fa per poterci far gustare la gioia della misericordia del Padre, non per distruggerci con sterili sensi di colpa”.
Pregare come figli di Dio e non come schiavi
Il Santo Padre ha dedicato la sua catechesi a riflettere sull’azione santificatrice dello Spirito Santo, che è “nello stesso tempo soggetto e oggetto della preghiera cristiana”. Vale a dire, è “Colui che dona la preghiera ed è Colui che è donato dalla preghiera”.
“Noi preghiamo per ricevere lo Spirito Santo — ha continuato — e riceviamo lo Spirito Santo per poter pregare veramente, cioè da figli di Dio, non da schiavi”. Ha anche puntualizzato che il Padre, ogni volta che glielo chiediamo, “ci darà lo Spirito”, qualcosa che “questo ci dà coraggio e possiamo andare avanti”.
In questo senso, ha sottolineato che “si deve pregare sempre con libertà” e non per obbligo, pensando che se non si prega “andrò all’inferno”.
“Tu preghi quando lo Spirito ti aiuta a pregare. Tu preghi quando senti nel cuore il bisogno di pregare; e quando non senti nulla, fermati e domandati: perché non sento la voglia di pregare, cosa succede nella mia vita? Sempre, la spontaneità nella preghiera è quello che ci aiuta di più. Questo vuol dire pregare da figli, non da schiavi.”.
Ha puntualizzato inoltre che l’“unico potere” che abbiamo sullo Spirito Santo è il potere della preghiera: “Lui non resiste alla preghiera. Preghiamo e viene”.
Pregare non è parlare al telefono con Dio, dice il Papa
“Ma c’è anche l’altro aspetto, che è il più importante e incoraggiante per noi: lo Spirito Santo è Colui che ci dona la vera preghiera”. In particolare, il Santo Padre ha affermato che “non sappiamo pregare” e che per questo “dobbiamo imparare ogni giorno”.
La ragione di questa debolezza nella nostra preghiera, ha spiegato il Pontefice, si esprimeva in passato con una sola parola, utilizzata in tre modi diversi: come aggettivo, come sostantivo e come avverbio.
“È facile da ricordare, anche per chi non sa di latino, e vale la pena tenerlo a mente, perché da solo contiene un intero trattato. Noi esseri umani, diceva quel detto, “mali, mala, male petimus”, che vuol dire: essendo cattivi (mali), chiediamo cose sbagliate (mala) e in modo sbagliato (male)”.
Successivamente, ha ribadito che lo Spirito Santo viene “viene, sì, in soccorso della nostra debolezza, ma fa qualcosa di molto importante ancora: ci attesta che siamo figli di Dio e mette sulle nostre labbra il grido: «Padre!»”.
“Noi non possiamo dire “Padre, Abba” senza la forza dello Spirito Santo. La preghiera cristiana non è l’uomo che da un capo del telefono parla a Dio all’altro capo, no, è Dio che prega in noi! Preghiamo Dio per mezzo di Dio. Pregare è mettersi dentro Dio e che Dio entri dentro di noi”.
“Pregate con il cuore, non con le labbra, non fate come i pappagalli”
Ha inoltre indicato che “lo Spirito Santo intercede per noi e ci insegna anche a intercedere, a nostra volta, per i fratelli”.
“Questa preghiera è particolarmente gradita a Dio perché è la più gratuita e disinteressata. Quando ognuno prega per tutti, avviene – lo diceva Sant’Ambrogio – che tutti pregano per ognuno; la preghiera si moltiplica. La preghiera è così”, ha espresso.
Infine, in particolare in vista del prossimo Giubileo, Papa Francesco ha invitato i fedeli a pregare con il cuore: “Pregate con il cuore e non con le labbra, non fare come i pappagalli. Lo Spirito possa aiutarci nella preghiera, che tanto ne abbiamo bisogno”, ha concluso.
.
Questo articolo è stato tradotto e adattato da aciprensa.com per il pubblico di EWTN Italia.