Papa Francesco ha affermato che le Beatitudini — riportate nel Vangelo di oggi, Matteo 5, 1-12 — sono la “carta d’identità del cristiano” così come “la via della santità”.
Presiedendo la recita dell’Angelus questo 1° novembre, giorno in cui la Chiesa Cattolica celebra la Solennità di Tutti i Santi, il Papa ha sottolineato che nel Vangelo di oggi “Gesù ci mostra un cammino, quello dell’amore, che Lui stesso ha percorso per primo facendosi uomo, e che per noi è ad un tempo dono di Dio e nostra risposta. Dono e risposta”.
La santità, ha evidenziato il Papa, “è dono di Dio, perché, come dice San Paolo, è Lui che santifica. E per questo è prima di tutto al Signore che noi chiediamo di farci santi, di rendere il nostro cuore simile al suo”.
“Con la sua grazia Lui ci guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama, così che in noi, come diceva il Beato Carlo Acutis, ci sia sempre «meno io per lasciare spazio a Dio»”.
Dio non impone la santità: aspetta la nostra risposta
Successivamente, Papa Francesco ha sottolineato che Dio “ci offre la sua santità, ma non ce la impone. La semina in noi, ce ne fa sentire il gusto e vedere la bellezza, ma poi aspetta la nostra risposta”.
Il Papa ha continuato dicendo che “Lascia a noi la libertà di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere dai suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti, mettendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con una carità sempre più universale, aperta e rivolta a tutti, al mondo intero”.
Il Pontefice ha evidenziato che “tutto questo” può essere visto “nella vita dei santi, anche nel nostro tempo”, indicando i testimoni di San Massimiliano Kolbe, Santa Madre Teresa di Calcutta e Mons. Óscar Arnulfo Romero.
Del primo ha sottolineato che “ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre di famiglia condannato a morte”, mentre sulla fondatrice delle Missionarie della Carità ha evidenziato che “spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri”.
Nel caso del martire Arcivescovo di San Salvador (El Salvador), il Papa ha evidenziato che è stato “assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti”.
“Così possiamo fare la lista di tanti santi, tanti: quelli che veneriamo sugli altari e altri, che a me piace chiamare i santi “della porta accanto”, quelli di tutti i giorni, nascosti, che portano avanti la loro vita cristiana quotidiana.”, ha detto, esclamando poi: “quanta santità nascosta c’è nella Chiesa!”.
“Riconosciamo tanti fratelli e sorelle plasmati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace. Sono persone “piene di Dio”, incapaci di restare indifferenti ai bisogni del prossimo; sono testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi.”, ha espresso.
Preghiere per le vittime della DANA a Valencia
Nelle sue parole successive alla recita dell’Angelus, il Santo Padre ha manifestato la sua vicinanza alle vittime della Depresión aislada en niveles altos (DANA), che ha causato gravi inondazioni in Spagna, specialmente nella provincia di Valencia, e ha lasciato almeno 202 morti.
“Preghiamo per le popolazioni della penisola iberica, specialmente della comunità valenciana, travolte dalla tempesta “DANA”: per i defunti e i loro cari, e per tutte le famiglie danneggiate. Il Signore sostenga chi soffre e chi porta soccorso. La nostra vicinanza al popolo di Valencia”, ha espresso il Papa.
Il Santo Padre ha inoltre espresso la sua preoccupazione per un grave attentato terroristico recente in Ciad, nell’Africa centrale, in cui sono morti 40 soldati, così come per i colpiti dalle inondazioni che il paese ha subito negli ultimi mesi, che hanno causato migliaia di sfollati.
La guerra, “il trionfo della menzogna”
Il Papa ha ribadito il suo appello alla preghiera per “la martoriata Ucraina” e “per la Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, e per tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre”.
“Fratelli e sorelle, la guerra è sempre una sconfitta, sempre! Ed è ignobile, perché è il trionfo della menzogna, della falsità: si cerca il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario, calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato di menzogne. E soffrono gli innocenti! Penso alle 153 donne e bambini massacrati, nei giorni scorsi a Gaza”.
L’Eucaristia, “la preghiera più grande ed efficace” per i defunti
Il Pontefice ha inoltre ricordato che questo 2 novembre “sarà la commemorazione annuale di tutti i fedeli defunti”, sottolineando che alcuni andranno “a pregare sulla tomba dei loro cari”.
“Io andrò domani mattina a celebrare la Messa nel Cimitero Laurentino di Roma. Non dimentichiamolo: l’Eucaristia è la più grande e la più efficace preghiera per le anime dei defunti”, ha sottolineato.
Testo integrale delle parole di Papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus, pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede:
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buona festa!
Oggi, Solennità di Tutti i Santi, nel Vangelo (cfr Mt 5,1-12) Gesù proclama la carta d’identità del cristiano. E qual è la carta d’identità del cristiano? Le Beatitudini. È una carta di identità nostra, e anche la via della santità (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 63). Gesù ci mostra un cammino, quello dell’amore, che Lui stesso ha percorso per primo facendosi uomo, e che per noi è ad un tempo dono di Dio e nostra risposta. Dono e risposta.
È dono di Dio, perché, come dice San Paolo, è Lui che santifica (cfr 1 Cor 6,11). E per questo è prima di tutto al Signore che noi chiediamo di farci santi, di rendere il nostro cuore simile al suo (cfr Lett. enc. Dilexit nos, 168). Con la sua grazia Lui ci guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama (cfr Gv 13,34), così che in noi, come diceva il Beato Carlo Acutis, ci sia sempre «meno io per lasciare spazio a Dio».
E questo ci porta al secondo punto: la nostra risposta. Il Padre dei cieli, infatti, ci offre la sua santità, ma non ce la impone. La semina in noi, ce ne fa sentire il gusto e vedere la bellezza, ma poi aspetta la nostra risposta. Lascia a noi la libertà di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere dai suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti (cfr Dilexit nos, 179), mettendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con una carità sempre più universale, aperta e rivolta a tutti, al mondo intero.
Tutto questo lo vediamo nella vita dei santi, anche nel nostro tempo. Pensiamo, ad esempio, a San Massimiliano Kolbe, che ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre di famiglia condannato a morte; o a Santa Teresa di Calcutta, che spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri; o al Vescovo Sant’Oscar Romero, assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti. E così possiamo fare la lista di tanti santi, tanti: quelli che veneriamo sugli altari e altri, che a me piace chiamare i santi “della porta accanto”, quelli di tutti i giorni, nascosti, che portano avanti la loro vita cristiana quotidiana. Fratelli e sorelle, quanta santità nascosta c’è nella Chiesa! Riconosciamo tanti fratelli e sorelle plasmati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace. Sono persone “piene di Dio”, incapaci di restare indifferenti ai bisogni del prossimo; sono testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi.
Domandiamoci adesso: io chiedo a Dio, nella preghiera, il dono di una vita santa? Mi lascio guidare dai buoni impulsi che il suo Spirito suscita in me? E mi impegno in prima persona a praticare le Beatitudini del Vangelo, negli ambienti in cui vivo?
Maria, Regina di tutti i Santi, ci aiuti a fare della nostra vita un cammino di santità.
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Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Esprimo la mia vicinanza al popolo del Ciad, in particolare alle famiglie delle vittime del grave attentato terroristico di alcuni giorni fa, come pure a quanti sono stati colpiti dalle alluvioni. E a proposito di queste catastrofi ambientali, preghiamo per le popolazioni della penisola iberica, specialmente della comunità valenciana, travolte dalla tempesta “DANA”: per i defunti e i loro cari, e per tutte le famiglie danneggiate. Il Signore sostenga chi soffre e chi porta soccorso. La nostra vicinanza al popolo di Valencia.
Saluto con affetto tutti voi, pellegrini dei vari Paesi, famiglie, gruppi parrocchiali, associazioni e scolaresche. In particolare i fedeli provenienti da Rignac (Francia).
E saluto i partecipanti alla “Corsa dei Santi”, organizzata dalla Fondazione Missioni Don Bosco. Cari amici, anche quest’anno ci ricordate che la vita cristiana è una corsa, ma non come corre il mondo, no! È la corsa di un cuore che ama! E grazie del vostro sostegno alla costruzione di un centro sportivo in Ucraina.
Preghiamo per la martoriata Ucraina, preghiamo per la Palestina, Israele, il Libano, il Myanmar, il Sudan, e per tutti i popoli che soffrono per le guerre. Fratelli e sorelle, la guerra è sempre una sconfitta, sempre! Ed è ignobile, perché è il trionfo della menzogna, della falsità: si cerca il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario, calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato di menzogne. E soffrono gli innocenti! Penso alle 153 donne e bambini massacrati, nei giorni scorsi a Gaza.
Domani sarà l’annuale Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Chi può in questi giorni va a pregare sulla tomba dei propri cari. Anch’io domani mattina andrò a celebrare la Messa nel Cimitero Laurentino di Roma. Non dimentichiamolo: l’Eucaristia è la più grande e la più efficace preghiera per le anime dei defunti.
Auguro a tutti una buona festa in compagnia dei Santi. Saluto tutti voi, saluto i ragazzi dell’Immacolata che sono bravi! E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buona festa! Buon pranzo e arrivederci.
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