In alto nella Valle del Casentino, Padre Massimo Fusarelli, Ministro Generale dei Frati Minori Francescani e 121° successore di San Francesco d’Assisi, benedice il mondo con le reliquie del sangue delle stigmate di San Francesco. Pellegrini da tutto il mondo si sono riuniti a La Verna in Toscana per celebrare gli 800 anni da quando San Francesco d’Assisi ricevette le stigmate proprio in questo luogo nel 1224.
La Verna: Un Luogo Sacro per la Spiritualità Francescana
Fra’ Matteo Brena è il Segretario per l’Ottavo Centenario delle Stigmate di San Francesco. Spiega: “Per la famiglia francescana, e in effetti per tutto il mondo, l’esperienza delle stigmate ha un grande significato. Si tratta di sofferenza, che trova significato guardando alla croce.”
La bellezza naturale di La Verna ha giocato un ruolo chiave nell’esperienza di San Francesco. Fu qui che egli contemplò profondamente la Passione di Cristo mentre meditava sulle crepe della montagna.
“Il Vangelo ci dice che quando Cristo muore sulla croce, la natura partecipa a questa morte. Il cielo si oscura, la terra è scossa da violenti terremoti. Quindi questa tradizione si pensava si applicasse a questa montagna. Francesco lo sapeva, perciò frequentava proprio questa montagna,” ci racconta Fra’ Matteo.
Il Significato delle Stigmate per la Fede Cristiana
“Meditando sul mistero della croce, immergendosi in queste spaccature,” continua, “Francesco riceve le stigmate, un momento importante della sua esistenza.”
Padre Massimo sottolinea, “Le stigmate sono sia un culmine che un nuovo inizio per San Francesco.”
L’anniversario di quest’anno è stato segnato da veglie, preghiere e un pellegrinaggio che ripercorre i passi di San Francesco. Pellegrini da tutto il mondo hanno riflettuto sulle ferite che hanno avvicinato Francesco a Cristo.
Esperienze di Pellegrinaggio: Un Incontro con la Fede e la Guarigione
Raul, un pellegrino dal Messico, dice: “È meraviglioso essere qui oggi, l’opportunità di vivere un evento così significativo. Ogni giorno mi svegliavo con la forza di andare avanti nonostante le mie ferite. Ho ricevuto molto più di quanto mi aspettassi.”
Anche una coppia di sposi novelli dell’Ohio, Marilyn e Peter Salibi, ha fatto un pellegrinaggio a La Verna. Condividono: “Siamo venuti qui per la nostra luna di miele perché San Francesco ha avuto un ruolo importante nella nostra vita.”
Peter spiega: “Il mio cognome, Salibi, significa ‘della croce’ in arabo, il che rende questo pellegrinaggio ancora più speciale per noi, soprattutto dopo che Marilyn ha preso il mio nome nel matrimonio.”
Sua moglie Marilyn racconta: “Quando volevo diventare suora, ho chiesto al Signore che il mio titolo potesse essere ‘della croce.’ Quello era l’unico desiderio che avevo. E poi ho incontrato lui quando non ero chiamata alla vita religiosa, e il suo cognome significa ‘della croce.’ Siamo qui per la guarigione delle nostre famiglie, la guarigione di noi stessi, e un matrimonio santo, e la guarigione del mio volto.”
Peter spiega: “La settimana del nostro matrimonio, lei ha sviluppato la paralisi di Bell sul lato destro del suo volto. Quindi stiamo pregando per la guarigione.”
Marilyn e Peter hanno scelto di camminare a piedi nudi per offrire il loro disagio come preghiera, rispecchiando i sacrifici di San Francesco.
“Ogni uomo o donna che soffre,” osserva Fratello Matteo, “guardando il crocifisso attraverso l’esempio di San Francesco, può trovare la possibilità di un nuovo significato e una nuova vita. Non perché le ferite siano cancellate, ma perché le ferite acquisiscono un nuovo significato e danno una nuova capacità di amare.”
Mentre percorrono gli stessi sentieri che un tempo calpestava San Francesco, i pellegrini si ricordano che la sofferenza può essere più di un semplice fardello. Per Francesco, le stigmate simboleggiavano non solo il dolore ma anche una profonda connessione con l’amore di Cristo. Dopo questa esperienza, San Francesco, il primo santo documentato a ricevere le stigmate, scrisse il suo “Cantico delle Creature” contemplando la bellezza naturale di questo luogo sacro.
Questo testo è stato adattato da Jacob Stein e tradotto da Ludovica Pelizzari