Forse la risposta più dura di Papa Francesco nel volo di ritorno dal Belgio è quella che riguarda la questione del ruolo della donna. È una reazione dura al comunicato dell’Università Cattolica di Lovanio, la UC Louvain, di lingua francese, diffuso subito dopo le sue parole il 28 settembre, che lamentava una posizione “conservatrice” sul ruolo della donna e chiedeva apertura sui ministeri ordinati. Un documento “immorale”, dice Papa Francesco, perché pre-preparato prima di ascoltare quello che ha detto. E il Papa ribadisce poi l’importanza del ruolo della donna e la differenza tra ministero mariano e ministero petrino, di fatto chiudendo ad ogni possibile ministero ordinato sul ruolo delle donne.
Ma non è il solo grande tema. Il Papa ha ribadito il suo no all’aborto, partendo dalla decisione di re Baldovino, sottolineando che non si può discutere che l’aborto è porre fine ad una vita e che il medico che accetta di farlo è un sicario; ha parlato di una moralità nella guerra, e di una risposta immorale quando questa è sproporzionata, guardando in particolare alla situazione in Libano; ha parlato della “ragazzata” fatta a Lussemburgo, di andare al bar, annunciando: “La prossima volta sarà in pizzeria”.
Insomma, una conferenza stampa intensa, come è stato il viaggio. Partiamo dal comunicato dell’Università di Lovanio (di Louvain-la-Neuve, dove ha incontrato gli studenti) che ha deplorato le posizioni conservatrici del Papa sul ruolo della donna, perché la descrive solo in termini di maternità e cura.
“Questo comunicato – risponde Papa Francesco – è stato fatto nel momento in cui parlavo. È stato pre-fatto. E non è morale”.
Quindi sottolinea che lui “parla sempre della dignità della donna”, e che ha detto che “la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù”, e “maschilizzare la donna non è umano” perché “la donna, lo dico sempre, è più importante degli uomini”. E, lamenta, “se questo sembra conservativo… non si capisce! Io vedo che c’è una mente ottusa che non vuole sentire parlare di questo. La donna è uguale all’uomo, anzi nella vita della Chiesa la donna è superiore, perché la Chiesa è donna”.
Altra cosa è la questione dei ministeri. Papa Francesco ribadisce che il ministero mariano è più grande del ministero petrino, perché il mariano è materno e coinvolge, mentre il ministero petrino è “ministero di conduzione”.
E – aggiunge Papa Francesco – “la maternità della Chiesa è la maternità della donna” e “su questo vari teologi hanno studiato, ed è una cosa reale. Non dico moderna, ma reale”. Insomma, lamenta Papa Francesco, “è un femminismo esagerato che vuol dire che la donna sia maschilista. Una cosa è il maschilismo che non va, una cosa è il femminismo che non va, quello che va è la Chiesa donna che è più grande del ministero sacerdotale”.
Sulla questione dell’aborto e sull’esempio di re Baldovino, da lui reiterato sia in preghiera sulla tomba del re sia nella Messa di oggi, Papa Francesco ricorda che il re è “stato un coraggioso, perché davanti a una legge di morte lui non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio. Ci vuole un politico con i pantaloni per fare questo. Questo è una situazione speciale, che il re con questo ha dato un messaggio. E anche lui lo ha fatto perché è santo. Il processo di beatificazione andrà avanti perché mi hanno dato prova di questo”.
Quindi, Papa Francesco sottolinea che “le donne hanno diritto alla vita, alla vita loro e alla vita dei figli. Non dimentichiamo di dire questo. Un aborto è un omicidio. I medici che si prestano a questo sono sicari, sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. Le donne hanno il diritto di proteggere la vita”.
Sulla lotta agli abusi, Papa Francesco rivendica il lavoro della Pontificia Commissione sulla Protezione sui minori e parla (con un lapsus probabilmente) di un vescovo colombiano come presidente – il vescovo è in realtà segretario, ma si attende una nomina del successore del Cardinale O’Malley, che ha compiuto 80 anni.
Papa Francesco ricorda di aver ricevuto gli abusati anche in Vaticano, dice di non curarsi delle statistiche che dicono che gli abusi nella Chiesa sono minoranza rispetto agli abusi nelle altre istituzioni, e ribadisce: “Abbiamo responsabilità di aiutare gli abusati e prendersi cura di loro. Alcuni hanno bisogno di trattamento psicologico, per altri si parla di indennizzo perché nel diritto civile c’è (…) ma dobbiamo prenderci cura delle persone abusate e punire gli abusatori”.
Il Papa poi chiosa che l’abuso “non è un peccato di oggi, è una tendenza, è una malattia psichiatrica. Non si può lasciare un abusatore libero così nella vita normale con responsabilità nelle parrocchie nelle scuole”. Insomma, “dobbiamo andare avanti. Ho detto ai vescovi belgi di non avere paura e di andare avanti. La vergogna è coprire”.
Si va poi su temi di attualità, e in particolare sulla risposta israeliana agli attacchi del 7 ottobre, e sulla situazione in Libano dopo l’uccisione mirata del leader di Hezbollah Nasrallah. Papa Francesco ricorda ancora una volta che chiama tutti i giorni la parrocchia di Gaza, dove ci sono 600 persone.
Schernendosi, Papa Francesco afferma di “non aver capito bene come sono andate le cose”, ma – aggiunge – “la difesa sempre deve essere proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa sproporzionato si fa vedere una tendenza dominatrice, che va oltre la moralità. Un Paese che con la forza fa queste cose, parlo di qualsiasi Paese, (compie) azioni morali”. Perché “anche nella guerra c’è una moralità da custodire… La guerra è immorale, ma le regole di guerra implicano qualche moralità. Quando questo non si fa si vede, noi diciamo in Argentina, il cattivo sangue di queste cose”.
La conferenza è iniziata con un commento sul Lussemburgo e della sorpresa che il Papa aveva fatto andando al bar. Papa Francesco scherza: “Quella del bar è una ragazzata. La prossima sarà una pizzeria”. Quindi, il Papa dice di essere rimasto impressionato dal Lussemburgo come “una società equilibrata, con leggi ben soppesate”. Afferma poi di non conoscere il Lussemburgo, mentre di conoscere meglio il Belgio, e di essere rimasto sorpreso “dall’equilibrio e dall’accoglienza. Credo che il messaggio che il Lussemburgo può dare all’Europa sia proprio questo”.
.
Questo articolo è stato precedentemente pubblicato da acistampa.com