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Papa Francesco in Lussemburgo, il no alla guerra: “Irresponsabile il ritorno agli errori passati”

Papa Francesco durante l'incontro con Autorità, società civile e Corpo Diplomatico (Vatican Media)

Non solo la “responsabilità della ricchezza”, un tema centrale in un Paese propsero come il Lussemburgo, e la questione dell’accoglienza ai migranti, sempre al centro del pontificato di Papa Francesco. Ma anche la responsabilità della pace, appello da lanciare nel piccolo Granducato al centro dell’Europa che si è ricostruito dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale ed è stato parte di quel processo di costruzione europea che aveva proprio l’intesa di portare la pace nel vecchio continente. Ed è da qui che Papa Francesco fa un appello contro “la sclerosi” della memoria, che emerge in nuovi conflitti in Europa – e il pensiero indiretto non può non essere all’Ucraina – e che riporta agli errori del passato.

Papa Francesco è arrivato in Lussemburgo, ha avuto l’incontro personale con il Granduca e la Granduchessa, cattolici, e con il primo ministro. Si trova in un Paese cattolico, ma secolarizzato, dove le leggi sono molto liberali sui grandi temi, e dove c’è molto benessere. Papa Francesco firma il Libro d’Oro e poi si reca all’incontro con il Corpo Diplomatico, il primo dei due incontri che il Papa avrà nel Paese prima di partire per Bruxelles.

Quale luogo migliore per lanciare un appello al cuore dell’Europa? Papa Francesco, così, nota con rammarico “il riemergere, anche nel continente europeo, di fratture ed inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte”.

Il Papa aggiunge che “sembra proprio che il cuore umano non sappia sempre custodire la memoria e che periodicamente si smarrisca e torni a percorrere le tragiche vie della guerra”. Si tratta, chiosa il pontefice, di una “pericolosa sclerosi, che fa ammalare gravemente le nazioni e rischia di gettarle in avventure dai costi umani immensi, rinnovando inutili stragi”.

Papa Francesco chiede di “alzare lo sguardo verso”, e che “il vivere quotidiano dei popoli e dei loro governanti sia animato da alti e profondi valori spirituali, che impediscano l’impazzimento della ragione e l’irresponsabile ritorno a compiere i medesimi errori dei tempi passati, aggravi per giunta dalla maggiore potenza tecnica di cui l’essere umano ora si avvale”.

Il discorso di Papa Francesco era tutto centrato sul tema della pace, tanto che lamenta anche che non è accettabile che le economie si basino sul mercato delle armi”.

Il Papa nota che “la solida struttura democratica del vostro Paese, che ha a cuore la dignità della persona umana e la difesa delle sue libertà fondamentali, è la premessa indispensabile per un ruolo così significativo nel contesto continentale”.

Sottolinea il Pontefice: “In effetti, non è l’estensione del territorio o il numero degli abitanti la condizione indispensabile perché uno Stato svolga una parte importante sul piano internazionale, o perché possa diventare un centro nevralgico a livello economico e finanziario. Lo è invece la paziente costruzione di istituzioni e leggi sagge, le quali, disciplinando la vita dei cittadini secondo criteri di equità e nel rispetto dello stato di diritto, pongono al centro la persona e il bene comune, prevenendo e contrastando i pericoli di discriminazione e di esclusion”.

Papa Francesco sottolinea anche che la cura del creato e la fraternità, temi del suo pontificato, si inseriscono in questa tradizione della Dottrina Sociale, e rimarca che “la ricchezza è una responsabilità”, motivo per cui viene chiesto che “sia sempre vigile l’attenzione a non trascurare le Nazioni più svantaggiate, anzi che esse siano aiutate a risollevarsi dalle loro condizioni di impoverimento”, e al Lussemburgo in particolare di essere da esempio e di aiuto “nell’indicare il cammino da intraprendere per accogliere e integrare migranti e rifugiati”.

“Questa – chiosa Papa Francesco – è una via maestra per fare in modo che diminuisca il numero di quanti sono costretti a emigrare, spesso in condizioni disumane e pericolose. Il Lussemburgo, con la sua storia peculiare, con la sua altrettanto peculiare posizione geografica, con poco meno della metà degli abitanti provenienti da altre parti dell’Europa e del mondo, sia di aiuto e di esempio nell’indicare il cammino da intraprendere per accogliere e integrare migranti e rifugiati”.

In conclusione, Papa Francesco sottolinea che “il Lussemburgo può mostrare a tutti i vantaggi della pace rispetto agli orrori della guerra, dell’integrazione e promozione dei migranti rispetto alla loro segregazione, e vi do tante grazie per l’accoglienza ai migranti. Questo arricchisce. Anche i benefici della cooperazione tra le Nazioni a fronte delle nefaste conseguenze dell’indurimento delle posizioni e del perseguimento egoistico e miope o addirittura violento dei propri interessi”.

Il Papa a braccio sottolinea: “Permettetemi di aggiungere una cosa… ho visto le statistiche delle nascite. Più Bambini! Non dico più bambini meno cagnolini. Questo lo dico in Italia… Più bambini!”

Il Papa sottolinea che c’è “un impellente bisogno che quanti sono investiti di autorità si impegnino con costanza e pazienza in oneste trattative in vista della soluzione dei contrasti, con l’animo disposto a individuare onorevoli compromessi, che nulla pregiudicano e che invece possono costruire per tutti sicurezza e pace”

In conclusione, Papa Francesco ricorda il motto della visita, Per Servire,  che “si riferisce direttamente ed eminentemente alla missione della Chiesa”, e che “il servire è anche il più alto titolo di nobiltà, il compito principale, lo stile da assumere ogni giorno”. 

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Questo articolo è stato precedentemente pubblicato da acistampa.com

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Andrea Gagliarducci

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