La mattina del 1° luglio scorso la testa della statua della Madonna partoriente, intitolata “Crowning” ed installata nel duomo di Linz in Austria, opera dell’artista Esther Strauß, è stata segata da uno sconosciuto. Forse qualcuno che non aveva gradito l’immagine, umana troppo umana, della Madre di Dio – seduta su una pietra, veste sollevata sui fianchi, gambe divaricate, sguardo implorante rivolto al cielo – pronta ad affrontare le doglie per mettere al mondo il Verbo incarnato. Forse qualcuno che non aveva gradito quelle gambe così mascolinamente muscolose, che rendono la femminilità di Maria in questa statua così ambigua e liquida. Le motivazioni autentiche del vandalo si conosceranno solo se e quando la Polizia, che ha ovviamente già avviato le indagini, lo avrà identificato e fermato.
«Chi ha rimosso la testa della scultura è stato molto brutale», ha dichiarato l’artista Strauß. Questo dimostra «che ci sono ancora persone che mettono in discussione il diritto delle donne al proprio corpo. Dobbiamo prendere una posizione ferma contro tutto questo», ha detto l’artista. Lo scopo dell’opera, piacesse o meno, era quello di offrire una prospettiva femminile sulla fecondità del corpo di Maria, troppo spesso ritratta, secondo Strauß, solo da artisti uomini. «La maggior parte dei ritratti della Vergine Maria erano fatti da uomini e quindi spesso servivano interessi patriarcali», ha detto l’artista stessa, spiegando il retroscena della scultura, che «al momento» non è più esposta al pubblico.
Questa moderna statua della Vergine Maria faceva parte di un progetto più ampio, DonnaStage, che intende esplorare i temi del ruolo della donna, dell’immagine della famiglia e dell’uguaglianza di genere attraverso installazioni artistiche, laboratori e dibattiti in occasione del centesimo anniversario della consacrazione del Duomo mariano di Linz. Questa scultura faceva parte di una serie intitolata “Posizioni artistiche sulla Sacra Famiglia” e sarebbe stata esposta nella Cappella della Torre Ovest della Cattedrale di Santa Maria a Linz per tre settimane, ossia fino al 16 luglio.
Secondo una delle coautrici del progetto, la teologa Martina Resch, l’obiettivo di DonnaStage, è creare uno spazio per un discorso critico e promuovere la capacità della religione e della Chiesa di abbracciare la pluralità. L’arte dovrebbe offrire l’opportunità di sviluppare nuove prospettive per riflettere criticamente anche sui fondamenti della fede. «La scultura di Esther Strauß è un’opera molto poetica che mostra la nascita naturale di Gesù. Maria è mostrata nella sua vulnerabilità ma anche nella sua forza», ha affermato la Resch.
Che l’opera non fosse piaciuta a tutti era noto. Johann Hintermaier, vicario episcopale per l’Educazione, l’arte e la cultura, ha espresso la sua costernazione dichiarando infatti: «Eravamo consapevoli di provocare un dibattito con questa installazione. Se abbiamo ferito i sentimenti religiosi delle persone, ci dispiace, ma condanno fermamente questo violento atto di distruzione, il rifiuto di impegnarsi nel dialogo e l’attacco alla libertà dell’arte».
La statua aveva a tal punto infastidito, che alcuni cittadini, quanto meno più civili del vandalo decapitatore, avevano aperto contro la scultura una petizione sul portale Citizengo.org, chiedendo di «rimuovere immediatamente questa scultura dalla Cattedrale di Santa Maria», poiché una simile rappresentazione – prosegue la motivazione della petizione – una postura così intima, «non è destinata al pubblico». La petizione argomenta che nessun’altra donna sarebbe stata fotografata in una tale intima posizione ed esposta al pubblico. Ogni nascita, specialmente quella del «nostro Dio Gesù Cristo», è considerata sacra, dice la petizione. La «perpetua verginità della nostra Beata Madre Maria» è «direttamente attaccata» e i «sentimenti religiosi dei cattolici praticanti sono feriti». Oltre 14.000 persone hanno (al momento della stesura di questo articolo) firmato la petizione.
Sembrerebbe che la loro battaglia non sia destinata a terminare con la vandalica decapitazione della statua ad opera di uno sconosciuto, dal momento che un servizio della testata giornalistica austriaca ORF Alta Austria ha già annunciato che la statua verrà prontamente restaurata.